Presentazione Gandolfi Variant Level 3 folding 4x5 review
Mi serviva un attrezzo per completare l'arco delle focali: estremo come al solito passo dai grandangolari ai tele, saltando a piè pari quel che sta in mezzo. Probabilmente la maturità mi porterà ad apprezzare maggiormente i "normali" ma ora come ora non riesco a riempirli con soddisfazione.
Dopo l'esperienza con la shen 4x5 avevo ripromesso a me stesso di non impegolarmi nuovamente in una folding, preferendo un vero e proprio banco per le mie foto in postazione ( ho infatti un pesantissimo ma adorabilissimo Inka 45 all'uopo ) ma poi è arrivata l'occasione di accaparrarsi una gandolfi variant 3 in ottimo stato ed ad un prezzo onesto e non me la sono lasciata scappare.
Dovendola descrivere in due parole direi che si tratta davvero di un piccolo banco ottico. Avevo potuto vedere quella di Marco, ma questa level 3 con la molteplicità dei suoi movimenti si dimostra versatile, elastica e pronta a torcersi come serve.
Lo chassis di colore scuro e l'ampio utilizzo di leghe di metallo e legno pregiato colorati uniformemente conferiscono alla folding proprio quell'aspetto di banco che devo ammettere ha un certo appeal su di me.
Certo, pesa...
si, non è proprio come le "anoressiche" da 1,5 kg, alla bilancia passa i 3,5 kg ma la qualità degli accoppiamenti e l'assemblaggio generale comporta una rigidità complessiva ne maschera il peso effettivo giocando su un bilanciamento davvero ottimale.
Aprendola, si deve fissare il dorso sulla posizione zero che è intuibilissima dato che le manopole che registrano il movimento sono dotate di una doppia svasatura, quella interna ( la più piccola ) si incastra proprio nella scalanatura della guida metallica fissandola senza scarto. Un piacere.
Ferma e stabile
Quello che non ho mai digerito delle camere meno costose è il senso di precarietà generale anche quando tutti i comandi sono serrati all'inverosimile: le tolleranze fra i componenti mi hanno sempre trasmesso un senso di instabilità che mi limitava il gusto di scattare una fotografia. Come abbiamo già accennato, tanta stabilità ha un prezzo e si paga con i grammi. Indubbiamente la gandolfi 3 non è la macchina da portarsi nello zaino per 10 ore di marcia magari con duemila metri di dislivello fra andata e ritorno però per brevi escursioni poste nelle vicinanze dell'auto il discorso si ridimensiona notevolmente.
Anche con un 450mm la macchina è stabile, rigida, non balla non si scompone, e diventa davvero facile e comodo lavorare con foccali fra il 150 e il 300.
Bella a vedersi
a partire dal soffietto che è realizzato molto bene ( intercambiabile con quello floscio in una manciata di secondi ) alle guide in metallo brunito che appaiono sicure e precise.
Grazie all'ampio bacino ritagliato sulle 2 piastre di scorrimento, la folding si può ripiegare anche con obiettivi di una certa dimensione e risulta molto pratica quando ci si sposta e non siamo costretti a dover smontare e rimontare la lente.
Tutte le "posizioni zero" sono facilmente raggiungibile e con poco sforzo le manopole bloccano standarte e comandi nel punto desiderato. Caratteristiche le 2 piccole manopole poste sul fronte della macchina che fanno assomigliare la base della standarta anteriore al cassetto di un comò: servono per regoalre lo shift, mentre sul corpo posteriore lo stesso movimento si ottiene aprendo 2 linguette facilmente ragiungibili e senza nessun rischio di danneggiarsi polpastrelli o unghie ( ne fa un valido attrezzo per signore e per chitarristi ! )
Un certo individualismo lo possiamo notare nei comandi dello swing sul fronte: una rondella modera l'attrito arrivando a fine corsa col bloccare la posizione, e l'altra ( quella di sinsitra vista forntalmente ) regola i gradi di basculaggio.
Avanza il dorso
Ho montato il 47mm su piastra rientrante ( come asserisce la casa costruttrice ) con il soffietto floscio, mentre il 58mm va a fuoco anche con il soffietto standard. Ovviamente è necessario aiutarsi basculando all'indietro alla base la standarta anteriore e compensare con il basculaggio assiale della stessa per portare in parallelo i 2 piani focali.
Il movimento con queste focali ultracorte non è il massimo, non è paragonabile a quello offerto da una camera "non folding" ma qui stiamo parlando di una escursione che consente di montare lenti fino a 480mm di lunghezza focale, partendo da un 47mm: mica male !
Il dorso avanza su una cremagliera fino alla standarta anteriore e ciò agevola anche nel decentramento indiretto oltre che nel basculaggio con le focali ultracorte
il vetro smerigliato
è luminoso, con la griglia per i formati minori ed anch'esso ben costruito, con le apposite alette per il montaggio della lente di fresnel; inoltre ruota a 360 gradi in continuo e si blocca sulle 4 posizioni ogni 90 gradi senza dover sganciare e girare il dorso.
L'asportazione del vetro smerigliato per inserire un dorso portarulli tipo sinar è molto semplice grazie a 2 levette che pressate e sfilate si sganciano con estrema semplicità.
Le piastre portaottiche sono tipo linhof
In conclusione:
una folding realizzata molto bene, completa di tutti i movimenti necessari e dotata di una fluida scorrevolezza nei movimenti; la Variant 3 consente l'utilizzo di un range di focali davvero ampio, dal grandangolo estremo 47mm montato su piastra rientrante fino ai tele di oltre 500mm. Il peso non è fra i più contentui ma d'altro canto quando si serrano i movimenti diventa a prova di terremoto.
A me è piaciuta molto, anche per il suo aspetto per certi versi austero, meno caldo rispetto al legno di altre folding, inutile dire che aprirla e lavorarci sopra da molta soddisfazione.
Stefano Medici
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